Nasce dai comuni ideali di due cognati, Massimo e Alberto…
…dalla nostra passione per la viticoltura e dalla fusione delle rispettive aziende, e di tue territori, le Langhe e il Roero.
Una cantina giovane, improntata sulla produzione di vini di qualità senza i paletti della tradizione secolare.
Sviluppo e innovazione convergono in bottiglia per dare vita a vini nuovi, con l’ausilio di terre storicamente vocate alla produzione enoica.
Massimo – Guarene
L’Azienda Rivata fu fondata da mio nonno negli anni ’60 nel comune di Guarene.
Per lo più si coltivavano seminativi e si allevava bestiame.
Col passare degli anni e il cambio di generazione la produzione si è rivolta anche a vigneti e frutteti.
L’allevamento dei vitelli è continuato fino al 2010 circa, dopodiché abbiamo deciso di dedicarci a tempo pieno alla terra.
Alberto – La Morra
La cantina di mio zio, Angelo Borgogno, venne fondata alla fine degli anni ’70 con l’affitto di una vigna a Cerequio.
Degli otto fratelli Borgogno, solo mio padre e mio zio lavoravano attivamente in cantina.
Allevavano esclusivamente viti di Nebbiolo e, nonostante la piccola produzione familiare, facevano anche il Barolo.
Insieme a mio padre, l’azienda crebbe e iniziarono ad acquistare i primi vigneti di proprietà.
Una visione garagista
Nel 2010 decidiamo di unire le nostre aziende: in entrambe le famiglie c’è un forte legame con il vino, ma in una terra ricca di cantine storiche crediamo nel bisogno di una chiave di lettura diversa.
Venuti a conoscenza del fenomeno francese degli anni ‘90, il cosiddetto “vino da garage” della zona di Bordeaux, arriva l’illuminazione: perché mettersi in competizione con i “Barolisti”?
Il nostro sogno è una piccola produzione rappresentativa del territorio di Langhe e Roero, ma libera dai ferrei dettami della tradizione.
Così abbiamo pensato la cantina Borgogno Rivata: un’azienda giovane e fresca, fondata su sperimentazione e sviluppo.
Appena 5 ettari di vitato circondati da piante da frutto, con vigne vive, mai statiche, mai definitive. Le orecchie aperte e gli occhi all’erta per nuovi metodi, nuove sfide, nuovi vini.
I garagisti: chi sono?
Il termine si riferisce a un gruppo di produttori di vino nella regione di Bordeaux, emerso a metà degli anni ’90 in reazione allo stile tradizionale del rosso bordolese, altamente tannico e di lungo invecchiamento.
I garagisti, solitamente con il solo ausilio di poche manciate di ettari vitati e macchinari basilari, hanno sviluppato uno stile estremamente personale, non sempre vicino ai “gusti” della tradizione e spesso utilizzando lavorazioni non convenzionali.
Come lavoriamo
in vigna
Le basi per una produzione di qualità si gettano in vigna: l’obiettivo del nostro lavoro è in primo luogo vendemmiare uve sane, mature e con caratteristiche organolettiche eccellenti.
A tale scopo crediamo nel potenziale dei metodi tradizionali, se affiancati a una costante apertura all’innovazione e allo sviluppo.
La giovane età della nostra azienda e la conseguente identità da costruire ci permettono di sperimentare e creare un nuovo modo di “fare vino”.
In vigna seguiamo il disciplinare della lotta integrata, la direttiva che permette di ottenere un prodotto quasi esente da residui chimici.
A partire dalla vendemmia 2018 le nostre vigne sono certificate SQNPI, sigla per “Sistema Qualità Nazionale di Produzione Integrata”, traguardo che ci permette di garantire ai consumatori un prodotto sano e sostenibile.
Nel rispetto di questi principi destiniamo, all’interno della nostra Superficie Agricola Utilizzata (SAU), almeno un 5% di superficie di aree naturali, per salvaguardare l’habitat di organismi utili al contenimento naturale delle avversità.
Ad esempio, grazie all’inerbimento dell’interfila creiamo un equilibrio vegeto-produttivo naturale che migliora la fertilità del suolo. Tra le tecniche di lotta integrata per la prevenzione di infestanti pratichiamo la confusione sessuale contro la tignola, un insetto nemico della vite.
Ogni anno la vigna è diversa, con diversi problemi da affrontare. Sono la ricerca e il confronto con la stretta comunità di vignaioli del Roero a permetterci di combattere le difficoltà rispettando la natura.
Come lavoriamo
in cantina
Proprio come in vigna, le nostre scelte in cantina non sono prestabilite, ma si basano su studio e osservazione.
Di anno in anno cerchiamo di comprendere le necessità della nostra uva, e di definire un processo ad hoc per esprimerla al meglio.
Per prima cosa la selezioniamo: solo i grappoli migliori sono destinati alla produzione dei vini e diretti quindi nella pigiadiraspatrice.
Si tratta di una macchina che prima pigia delicatamente gli acini e poi li diraspa, cioè li separa dalla parte legnosa.
La fermentazione alcolica
Il mosto ottenuto viene quindi stoccato nelle vasche dove si procederà alla fermentazione a temperatura controllata.
Per i rossi eseguiamo i rimontaggi, cioè il trasferimento del mosto dal fondo della vasca mediante una pompa che lo ributta all’interno dall’alto.
In questo modo rompiamo il cappello di vinacce, lo strato superiore di bucce e semi che si viene a creare durante la fermentazione, permettendo una migliore ossigenazione della massa e una maggiore estrazione di tannini e sostanze coloranti naturali.

La fermentazione malolattica
A questo punto i rossi sono sottoposti alla fermentazione malolattica tramite innalzamento della temperatura.
In questa fase, l’acido malico, più aspro e acre, viene trasformato in acido lattico, più delicato e morbido. Otteniamo così vini equilibrati, ricchi di corpo, persistenti e con profumi più fini.
La cristallizzazione del vino
Successivamente procediamo alla “pulizia” del vino tramite la cristallizzazione.
Si tratta di una detartrasi che, mediante l’abbassamento repentino della temperatura fino a 0°, fa precipitare sul fondo dell’autoclave i residui ancora presenti, permettendone l’eliminazione.